La pagina del Times dell' 11 giugno 1859 con un disegno di Carlo Bossoli - fotocopia dell'Ing. G. Rossi |
La battaglia di Montebello del 1859 ebbe come scenario la Pianura di fronte a Genestrello, viene descritta qui di seguito secondo due punti di vista: uno più ufficiale secondo le testimonianze tratte dal diario di un nobile piemontese che partecipò alla battaglia e del commando dello Stato Maggiore piemontese, l'altro punto di vista più "Umano", dovuto al Parroco di Genestrello.
- Dalla Testimonianza del Nobile Francesco Fadini di Crema, dalla Rivista riportata "Illustrazione Militare Italiana" del 1889.
“……Finalmente la nostra piccola pattuglia raggiunse lo squadrone che già trovavasi in battaglia a Genestrello, col 3° squadrone. Verso le 3 del pomeriggio si giunse sul terreno di combattimento, arrivai in tempo a prendere parte alle due cariche dirette contro le colonne di fanteria che s’avanzavano sulla ferrovia.
I campi intorno erano intersecati da vecchi vigneti e le spighe di grano erano già alte. Tuttavia per gli italiani non esistevano difficoltà.
Infine, decimati dalle mitraglie, ci riunimmo presso la piccola chiesa; non eravamo più di trenta.
I nemici aprirono il fuoco su di noi, cadde il sottotenente che portava lo stendardo e altri ufficiali furono feriti. Il brigadiere ordinò di ritirarci dentro la chiesa per evitare una strage: vidi cadere il suo cavallo, corsi per aiutarlo ma una pallottola mi attraversò il petto.”
(Franco Fadini guarì dalla ferita e fu decorato con medaglia d’argento per il coraggio dimostrato).
Stralcio dalla Relazione del Comando dello Stato Maggiore piemontese
Nel pomeriggio la colonna della brigata Gàal si lanciò alla carica spingendosi sulle baionette austriache. Lo scontro fu sanguinoso per gli eroici cavalieri il cui sacrificio ebbe un risultato: gli austriaci rinunciavano a superare il Fosso dei Gamberi.
- LA BATTAGLIA DESCRITTA DA DON MATTEO Simonelli, parroco di GENESTRELLO
Maggio 1859
Tutto cominciò a Casteggio, sul ponte del Rile, dove gli abitanti avevano eretto una barricata per impedire incursioni austriache. I casteggiani si aspettavano un aiuto dai francesi ma erano fuggiti quasi tutti lasciando solo qualche soldato a difesa delle barricate.
20 Maggio – ore 11.00
Si sentono tremendi colpi di cannone, gli austriaci sparano sulla barricata. Tutti corsero a nascondersi. I tedeschi avevano preso posizione sulle colline vicino al cimitero di Genestrello, avevano disposto l’artiglieria ma i francesi li fecero retrocedere e questi si difesero alzando a loro volta barricate con tavoli e porte prese dalle abitazioni del fittavolo.
Cercavano di resistere ma dovettero ritirarsi fino al cimitero dove li aspettava la fase più cruenta della battaglia.
I francesi entrarono nel cimitero, gli austriaci fuggirono portando via i cannoni e abbandonando morti e feriti.
Ore12:00
Si sentivano i colpi di cannone, donne e bambini scappavano, anch’io fui invitato a fuggire ma volli resistere: con me c'era il canonico e il vice parroco.
Avevo portato nella sacrestia coperte e materassi.
Improvvisamente si sentirono colpi di cannone e si capì che un nuovo scontro stava avvenendo oltre Genestrello.
Chiusi la porta della chiesa prima che la piazza si riempisse di soldati austriaci.
Tre ore dopo
La battaglia ricominciò, mi ero rifugiato sotto il letto, una bomba cadde sul tetto di una cascina.
Quando tutto fu finito andai a soccorrere i feriti in paese: alcuni li portai nel monastero dove c’ erano i chirurghi.
Intanto i francesi chiedevano pane e vino e mangiavano in parrocchia.
Ore 22:30
I militari se ne sono andati e ci hanno lasciato senza cibo.
21 maggio
I francesi sono partiti verso Voghera e gli austriaci verso Pavia.
Ho celebrato la messa e ho portato ai feriti caffè e minestra di pane cotto con l’olio. Alcuni nella notte erano morti, altri portati con le ambulanze a Voghera.
Chi non era fuggito era ancora nascosto nelle cantine o negli armadi. Gli austriaci avevano fatto qualche furto nelle case.
21 maggio – sera
Mi hanno avvisato di fuggire subito: gli austriaci stanno puntando di nuovo su Montebello, forse per vendicarsi della sconfitta subita.
Domenica 22 maggio – ore 10:00
Il paese è pieno di truppe francesi, che hanno accompagnato Napoleone III a visitare i luoghi della battaglia.
Mercoledì 25 maggio
Ho celebrato la messa in chiesa, alcuni soldati si sono confessati e hanno fatto la comunione, poi ho chiuso la chiesa. Il monastero è stato adibito ad infermeria.
La popolazione era di guardia ai cannoni nella piazza e non lasciava passare nessuno, neanche il sacrestano che doveva andare nelle case per eseguire i suoi doveri.
Tutto cominciò a Casteggio, sul ponte del Rile, dove gli abitanti avevano eretto una barricata per impedire incursioni austriache. I casteggiani si aspettavano un aiuto dai francesi ma erano fuggiti quasi tutti lasciando solo qualche soldato a difesa delle barricate.
20 Maggio – ore 11.00
Si sentono tremendi colpi di cannone, gli austriaci sparano sulla barricata. Tutti corsero a nascondersi. I tedeschi avevano preso posizione sulle colline vicino al cimitero di Genestrello, avevano disposto l’artiglieria ma i francesi li fecero retrocedere e questi si difesero alzando a loro volta barricate con tavoli e porte prese dalle abitazioni del fittavolo.
Cercavano di resistere ma dovettero ritirarsi fino al cimitero dove li aspettava la fase più cruenta della battaglia.
I francesi entrarono nel cimitero, gli austriaci fuggirono portando via i cannoni e abbandonando morti e feriti.
stampa originale con la disposizione delle armate alle ore 11,30 Collez. M. Tizzoni |
Si sentivano i colpi di cannone, donne e bambini scappavano, anch’io fui invitato a fuggire ma volli resistere: con me c'era il canonico e il vice parroco.
Avevo portato nella sacrestia coperte e materassi.
Improvvisamente si sentirono colpi di cannone e si capì che un nuovo scontro stava avvenendo oltre Genestrello.
Chiusi la porta della chiesa prima che la piazza si riempisse di soldati austriaci.
le armate- ore 14 - Coll. M. Tizzoni |
La battaglia ricominciò, mi ero rifugiato sotto il letto, una bomba cadde sul tetto di una cascina.
Quando tutto fu finito andai a soccorrere i feriti in paese: alcuni li portai nel monastero dove c’ erano i chirurghi.
Intanto i francesi chiedevano pane e vino e mangiavano in parrocchia.
le armate - ore 16,30 -17 - Collez. M. Tizzoni |
I militari se ne sono andati e ci hanno lasciato senza cibo.
21 maggio
I francesi sono partiti verso Voghera e gli austriaci verso Pavia.
Ho celebrato la messa e ho portato ai feriti caffè e minestra di pane cotto con l’olio. Alcuni nella notte erano morti, altri portati con le ambulanze a Voghera.
Chi non era fuggito era ancora nascosto nelle cantine o negli armadi. Gli austriaci avevano fatto qualche furto nelle case.
21 maggio – sera
Mi hanno avvisato di fuggire subito: gli austriaci stanno puntando di nuovo su Montebello, forse per vendicarsi della sconfitta subita.
Domenica 22 maggio – ore 10:00
Il paese è pieno di truppe francesi, che hanno accompagnato Napoleone III a visitare i luoghi della battaglia.
Mercoledì 25 maggio
Ho celebrato la messa in chiesa, alcuni soldati si sono confessati e hanno fatto la comunione, poi ho chiuso la chiesa. Il monastero è stato adibito ad infermeria.
La popolazione era di guardia ai cannoni nella piazza e non lasciava passare nessuno, neanche il sacrestano che doveva andare nelle case per eseguire i suoi doveri.
Questo diario è tratto da “Il Giornale di Montebello della Battaglia” n. 32 - edizione speciale in occasione del 150° anniversario della battaglia.
L’autore del diario è Don Matteo Simonelli, nativo di Alessandria e nominato vescovo a Montebello nel 1836. Aiutò la popolazione colpita da un’epidemia di colera e morì nel 1872. E’ sepolto nella Cappella del vecchio Cimitero.